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Chi siamo2019-02-27T20:30:27+00:00

RL Solutions

La gestione dei dati personali è diventata in questi ultimi anni uno dei maggiori business a
livello mondiale, favorendo di conseguenza il moltiplicarsi dei trattamenti con l’utilizzo di
tecnologie sempre più avanzate.

Con l’obiettivo di dare maggiore controllo ai cittadini sui loro dati personali, il 25
maggio 2018 è divenuto pienamente operativo in tutti i paesi Ue il nuovo Regolamento
Europeo in materia di trattamento dei dati personali, UE 2016/679 (GDPR), un’innovativa
legislazione che riguarda tutti coloro che a vario titolo raccolgono e trattano i dati
personali dei cittadini europei.

Il nostro team di Specialisti Privacy, Consulenti Sicurezza Informatica, DPO (Data Protection Officer) e Avvocati, composto da professionisti di provata esperienza, supporta le micro/piccole e medie aziende che trattano dati personali, nel percorso di implementazione o adeguamento del proprio sistema privacy al GDPR (General Data Protection Regulation), con un approccio pratico, concreto, modulare, commisurato alle esigenze della singola azienda.

Intervista a Roberto Giovanni Loche – Consulente, DPO, Privacy Specialist

Alcuni giornalisti e opinionisti hanno scritto che il GDPR – in realtà – finisce paradossalmente con l’avvantaggiare i giganti come Google e Facebook, sia rispetto agli editori e alle piattaforme rivali nel mercato dell’ad-tech (che fanno più fatica a ottenere il consenso esplicito degli utenti), sia – in generale – rispetto a strutture più piccole, che non hanno le stesse possibilità di investimento in avvocati e tecnici. Condivide questa opinione?

Condivido sicuramente questo tipo di preoccupazione. IL GDPR non fa distinzione fra i grandi gruppi come Google o Facebook e i piccoli players: tutti sono sottoposti alla stessa normativa. Il risultato è che, mentre i grandi gruppi possono spendere cifre importanti per far fronte agli obblighi, i piccoli (che non hanno evidentemente le stesse possibilità di investimento), sono esposti a rischi notevoli e alla probabile perdita di quote di mercato. Questa situazione potrebbe determinare l’abbandono del campo da parte di molte aziende specializzate nella profilazione dell’utente, con il conseguente rischio di concedere ulteriore spazio ai giganti del web, in primis Facebook e Google, che hanno – tra l’altro – platee enormi di utenti più propensi a rilasciare il consenso. Se queste ipotesi si verificheranno andremo incontro a un oligopolio nel settore advertising, e a una situazione nella quale i grandi gruppi – praticamente senza più concorrenti – si troveranno ad accumulare e analizzare grandi quantità di dati “puliti”, cioè conformi al GDPR, pronti per essere venduti agli inserzionisti pubblicitari.

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